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Staglieno

Cimitero Monumentale

«È un ampio corridoio di marmo fiancheggiato da colonne che si stende intorno ad un grande quadrato di terreno libero; il suo spazioso pavimento è di marmo e su ogni lastra c’è un’iscrizione, giacché ogni lastra ricopre una salma.
Da una parte e dall’altra, avanzando nel mezzo del passaggio, vi sono monumenti, tombe, figure scolpite squisitamente lavorate, tutte grazia e bellezza. Sono nuove, nivee; ogni lineamento è perfetto, ogni tratto esente da mutilazioni, imperfezioni o difetti; perciò, per noi, queste lunghissime file di incantevoli forme sono cento volte più belle della statuaria danneggiata e sudicia salvata dal naufragio dell’arte antica ed esposta nelle gallerie di Parigi per l’adorazione del mondo.»

 

Mark Twain, The Innocents Abroad, 1867

La storia

La progettazione del cimitero genovese risale al 1835 ancora sulla scia del clima creato dall’ editto napoleonico di Saint-Cloud entrato in vigore il 12 giugno 1804, con il quale si vietavano le sepolture nelle chiese e nei centri abitati.

Il progetto originario dell’architetto Carlo Barabino venne approvato dal Comune di Genova. Barabino tuttavia morì nello stesso anno a causa dell’epidemia di colera che aveva colpito la città e il progetto passò al suo collaboratore e allievo Giovanni Battista Resasco (il piazzale dell’ingresso secondario del cimitero porta il suo nome).

Dopo vari ampliamenti portati avanti nel tempo, oggi comprende un’area di circa 330.000 metri quadrati ed include anche un cimitero inglese (dove si trova la tomba di Constance Lloyd, moglie di Oscar Wilde), uno protestante ed uno ebraico.

Al centro del luogo di sepoltura – dove un tempo vi era semplicemente un grande prato – si erge ora la statua della Fede, alta nove metri, opera dello scultore Santo Varni. Prospiciente la statua della Fede, al culmine di un’imponente scalinata, si staglia il Pantheon (copia del Pantheon di Roma).

Nella collina che lo sovrasta troviamo numerose cappelle monumentali in stile gotico, bizantino, neo-egizio, Liberty, mesopotamico e neoclassico.

Il camposanto di Staglieno, evidentemente, non può non essere motivo di orgoglio cittadino. È stato ed è – per la sua bellezza – meta di artisti e letterati giunti da ogni dove: Ernest Hemingway lo definì una delle meraviglie del mondo.

La scultura funeraria

Nell’intervista che segue, lo Storico dell’ arte Franco Sborgi offre la lettura dell’erotico abbandono, aspetto ricorrente nella  scultura funeraria del Cimitero di Staglieno.

Il professor Sborgi (1944-2013), critico d’arte, studioso di scultura, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Genova, ha dedicato diversi volumi fondamentali sulla scultura funebre del cimitero genovese. Si intitola Staglieno e la scultura funeraria ligure tra Ottocento e Novecento, pubblicato nel 1997 da Artema. L’intervista è stata realizzata da Valeria Paniccia, autrice della serie tv Extraterreni e del volume Passeggiate nei prati dell’eternità (Mursia) il 27 maggio 2012 a Genova. Riprese e fotografia Ugo Lopinto e Valeria Paniccia, montaggio Martina Ghezzi.

Galleria

INFO E CONTATTI

 

 

INFOPOINT TURISTICO-CULTURALE 

Ingresso lato fioristi, piazzale Resasco

Tel:  0105576470

Mail:  progettostaglieno@comune.genova.it

Orari di apertura INFOPOINT:

Dal Lunedì al Venerdì ore 9.00-15.00

Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale